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l Testamento di Demetrio Canevari costituisce la carta fondativa del Sussidio, oggi Fondazione.
Scorrendone gli articoli emergono le linee essenziali del suo pensiero.
Egli intende:
- orientare i suoi discendenti a organizzare la loro vita secondo valori civili e cristiani ben precisi
- favorire lo studio con specifiche prescrizioni e anche con aumenti significativi di denaro
- favorire la sua patria con il sostegno a opere di promozione culturale e di formazione di docenti e medici che servano i bisognosi
- contribuire, collaborando con le istituzioni civili deputate, al miglioramento delle strutture mediche sanitarie e culturali.
Dagli Articoli 39 a 48 egli precisa le forme di sostegno agli studenti che vengono ribadite negli art. 76-77-78 e ancora agli art. 131 e 132, senza dimenticare eredi che non studiano e fanciulle povere prive di sostegno ( 81-82).
Del sostegno allo studio dei fanciulli orfani si occupa ancora nell’art. 133; del sostegno agli Ospedali negli art. 134 -135; del sostegno a medici che curino gratuitamente i poveri nell’art. 136. Di sostegno ai “vergognosi” ossia ai nobili che non osano mendicare all’art. 137. Gli articoli dal 93 al 97 e ancora dal 104 al 107 trattano in modo circostanziato della gestione dei libri, la sua libraria, vero nodo del suo pensiero in una prospettiva che assegna allo studio assai più che un ruolo di patrimonio culturale da salvare, bensì di strumento vivo e vitale capace di orientare le generazioni a venire nell’esercizio di virtù repubblicane civili attente ai bisogni fisici e morali dei popoli a partire dai più bisognosi. Demetrio non si illude che la gestione del suo testamento sia cosa semplice e priva di liti e conflitti fra eredi carnali e magistrati preposti. Nella gestione del suo patrimonio quanto nella gestione morale e materiale dei libri si prevedono sanzioni e passaggi senza sconti per nessuno: gli art. 75, 128, 106 - 107, indicano consapevole lungimiranza che oggi possiamo affermare confermata dagli eventi.
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