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Il Restauro virtuale
 
               
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el corso del 2004 il catalogo autografo è stato oggetto di un innovativo intervento di restauro virtuale realizzato dall'équipe del prof. Fernando Fermi del Dipartimento di Fisica dell'Università di Parma in collaborazione con l'INFM Istituto Nazionale per la Fisica della Materia. Il manoscritto si presenta in pessime condizioni. L'inchiostro ferrogallico ha reagito con la carta e subito un processo di diffusione che ha annullato il contrasto tra la carta e il tratto di penna originario rendendo quasi impossibile la lettura di molte parti del testo. La scrittura sulle due pagine dello stesso foglio appare sovrapposta e ciò complica la sua decifrazione. I fogli presentano numerosi fori dovuti alla completa acidificazione della carta.
Alcune prove di recupero, eseguite con l'aiuto di immagini catturate con camere digitali, non hanno dato buoni risultati, ma hanno permesso di capire che ciò dipendeva dalla loro bassa risoluzione spaziale. Le immagini mostravano, inoltre, che, nonostante la diffusione dell'inchiostro, la chiarezza dei pixel aumentava quanto più erano lontani dalla traccia originaria. Pertanto, lo schiarimento dei pixel adiacenti alla traccia originaria poteva consentire il recupero della lettura. Con immagini a bassa risoluzione non si ha abbastanza selettività, quindi lo schiarimento dei pixel adiacenti comporta anche lo schiarimento della traccia del testo. Per conseguire il recupero virtuale, è stato necessario catturare immagini di circa 13 milioni di pixel per ogni pagina del manoscritto utilizzando lo scanner spettrofotometrico [Fig.1] realizzato presso il Dipartimento di Fisica dell'Università di Parma. Con questo strumento si ottengono immagini dove ogni pixel ha un'area di circa 160 x 160 micron. Con questo livello di risoluzione spaziale l'operazione di filtraggio di cui si è parlato ha permesso di conseguire il recupero della lettura del manoscritto [Fig.2].

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