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  Le iniziative >>Saperi e meraviglie >>  L'invenzione del corpo      
   
 












anatomia entrò nelle università a partire dal Trecento. Nelle facoltà di giurisprudenza veniva praticata l’autopsia per accertare le cause della morte e nelle facoltà di medicina la dissezione dei cadaveri aveva scopo didattico. Nonostante non ci fosse uno specifico divieto da parte della chiesa, la dissezione era comunemente considerata una pratica vergognosa e pertanto venivano utilizzati cadaveri di condannati a morte, oppure di donne (nell’opinione comune prive dell’anima). Le dissezioni avevano unicamente scopo didattico, erano volte cioè a confermare quanto enunciato nelle opere degli antichi, mostrando agli studenti dimensioni e posizione di arti e organi interni. Già nel Quattrocento alcuni anatomisti avevano, invece, sottolineato le possibilità investigative della dissezione, ma la rivoluzione avverrà con la pubblicazione del De humani corporis fabrica di Andrea Vesalio, la prima opera a correggere e a superare nettamente Galeno, di cui l’autore riprese i principi, migliorandone però i risultati grazie alla dissezione di corpi umani invece che di animali. Vesalio ruppe con le pratiche medievali, operando personalmente e abbandonando il cerimoniale della lezione di anatomia. Il libro, fino a quel momento considerato la fonte da cui attingere l’incontestabile conoscenza degli antichi, divenne piuttosto lo specchio dell’esperienza diretta. E se nei trattati precedenti le immagini, basate su modelli convenzionali, restavano un semplice corredo delle parole, con la Fabbrica le illustrazioni si fecero sempre più realistiche e precise, divenendo parte integrante delle descrizione.
Fondamentale per l’approfondimento delle conoscenze anatomiche fu la dissezione. Le prime testimonianze di dissezioni su corpi umani di cui abbiamo notizia risalgono al III sec. a.C. ed ebbero luogo ad Alessandria d’Egitto per mano di Erofilo di Calcedonia. I medici antichi eseguivano dissezioni su vari animali, come mostra ad esempio l’immagine, tratta dalla cornice del frontespizio delle Opere di Galeno, nella quale il celeberrimo medico è rappresentato nell’atto di sezionare un maiale. Le prime testimonianze di dissezioni anatomiche compiute nell’occidente cristiano sono attestate a Bologna tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo. Le dissezioni, come si può vedere dalle illustrazioni tratte dalle opere di Avicenna, Ketham e Berengario da Carpi, avevano unicamente uno scopo didattico: non erano finalizzate cioè alla confutazione degli errori degli antichi, ma bensì alla conferma di quanto sostenuto nelle loro opere. Nelle illustrazioni si possono infatti individuare il maestro o lector che, seduto in cattedra, legge e dà istruzioni al demostrator o ostensor il quale, a sua volta, con una bacchetta (radius) indica al barbiere cerusico o sector dove e in che modo sezionare il corpo, dando intanto spiegazioni agli studenti e traducendo il testo letto in latino. Quindi il medico, generalmente, non aveva alcuna competenza pratica nel settore della chirurgia. Una vera e propria rivoluzione avverrà con la pubblicazione del De humani corporis fabrica (Basilea 1543) di Andrea Vesalio che, ponendosi in aperta polemica con i tradizionalisti, verificò, discusse e corresse tutti gli aspetti dell’anatomia accertandoli personalmente, mediante la dissezione attuata in prima persona. Con Vesalio il medico si trasforma da lettore di un libro a lettore di un corpo, insiemelectordemostrator e sector, e il libro diventa a sua volta il luogo in cui tradurre in teoria l’esperienza fatta.